venerdì 9 febbraio 2018

RECENSIONE | Heir of Fire

Mesi e mesi fa ho cominciato a rileggere questo libro per un solo motivo: quando l'ho inserito nella rubrica dei nuovi acquisti mi sono accorta che qualcuno aspettava il mio parere in proposito. Perché no, mi sono detta, dimentica di cosa stavo andando incontro per la seconda volta.


Celaena Sardothien è sopravvissuta a combattimenti mortali e a orribili sofferenze, ma di fronte all’assassinio della sua più cara amica è sconvolta e annientata. Consumata dal senso di colpa e dalla rabbia, vuole mettere in atto la sua vendetta nei confronti del responsabile dell’atroce delitto, il re di Adarlan. Ogni speranza per distruggere il tiranno, però, giace nelle risposte che potrà darle Maeve, la regina dei Fae, a Wendlyn. Sacrificando il suo futuro, Chaol, il Capitano della Guardia Reale, l’ha mandata laggiù con l’idea di proteggerla, senza sapere che questo viaggio potrebbe invece costarle la vita.

Spoiler

Heir of Fire comincia qualche tempo dopo la fine del volume precedente, Celaena è a Wendlyn per uccidere il principe ereditario, Chaol è ancora sotto shock per l'aver scoperto la vera identità dell'amica mentre Dorian non si è ancora ripreso dalla scoperta  di essere Elsa di avere poteri magici.

Per la prima volta i tre sono separati sia fisicamente sia dalle incomprensioni e seguono strade completamente diverse, esperimento piacevolmente riuscito alla Maas, con qualche imperfezione qui e là.
Se i precedenti volumi erano stati quasi un susseguirsi di avvenimenti, questo sembra un tentativo di fermarsi e tirare le somme. Celaena non può fuggire per sempre dal suo passato, Chaol non può rimanere inerme di fronte alla verità e Dorian deve accettare e comprendere i suoi nuovi poteri. Un gioco perverso in cui rischiano costantemente la vita nonostante la calma apparente.


Le storyline diverse sono tutte accomunate dall'accettazione di sé stessi, del proprio passato e dei propri errori. Al tutto si aggiunge che per quanto siano differenti le loro situazioni, tutti e tre stanno operando al  di fuori della legge, la magia rimane di fatto illegale e potrebbero rimetterci la vita ad ogni istante se scoperti.

Mentre tutto questo accade, si espandono gli orizzonti di questo universo: Wendlyn ci dà l'opportunità di conoscere i Fae, la loro società e la loro magia e dare al lettore un'idea  generale di come potesse essere il Continente Occidentale Adarlan prima della purga magica; la ribellione ci permette di conoscere cosa sta accadendo aldilà del palazzo di vetro, conoscendo altri ribelli dopo il fallimento clamoroso di Archer nel volume precedente.

C'è un ma... il world building è appena accennato, oltre alla fortezza dove risiedono i Mezzi Fae vediamo solo un accenno di Varese (omonima di una città italiana, Maas, wtf?), la fantomatica capitale dei Fae, un accenno a come funzioni questa società e vari riferimenti alla religione politeista ma senza un pantheon preciso. Sul serio, nell'edizione inglese c'è la mappa di tutto, ma di Wendlyn abbiamo solo una freccetta nel mare che dice "Per Wendlyn, di là". Mi avrebbe fatto comodo dato che non ho capito un accidente di quello che stava succedendo e soprattutto di dove stavamo andando. Se Wendlyn è un unico Paese, perché è diviso in due parti, regno degli umani e regno dei Fae? Era accennato in una riga che mi sono persa?
La ribellione si limita a "ci sono dei ribelli e fanno cose" e a varie notizie di massacri in cui tutti piangono per gli eccidi commessi, si strappano i capelli, promettono vendetta e le loro parole mi sembravano vuote.
Per carità, non gli rimprovero niente, ma in un'epoca post 11 settembre e post Bataclan, abbiamo visto che le reazioni di fronte al male fatto dagli esseri umani sono delle più svariate, vedere i personaggi piangere per poi tornare alle rispettive trame principali... mi è sembrato tutto grossolano e mal gestito. Davvero, poteva risparmiarselo.

Tornando a temi più frivoli, ho apprezzato le nuove entrate, Sorsha, Rowan ed Aedion. Sorscha (spoiler: non vi ci affezionate) è forse una dei pochi con un po' di cervello in zucca lì dentro, Aedion è quello che mi è piaciuto di più, forse il personaggio più a tutto tondo del libro anche se la questione dell'anello è stata risolta troppo banalmente per i miei gusti. Ed ora arriviamo al piccione elefante nella stanza: Rowan. Per come me l'avevano anticipato, il rapporto con la biondina doveva evolversi partendo se non da nemici, almeno da persone che non si vedono di buon occhio. Lui considera Celaena come una ragazzina viziata sulla base di ciò che Maeve gli ha detto e Celaena stessa non fa niente per cambiare questa sua convinzione. Meraviglioso come si evolve il loro rapporto, disprezzatissimo il punto cruciale in cui si rende conto di essere stato una testa di cazzo per tutto il tempo. Trovo normale che Emrys lo abbia preso a quattr'occhi e glielo abbia fatto notare assieme al fatto che Celaena è  troppo orgogliosa per ammettere di essere depressa e di punirsi per qualcosa, ma avrei apprezzato che ci fosse arrivato da solo e non con l'anziano di turno che ti tira uno scappellotto quando ne combini troppe.

Ironia della sorte, quasi ad essere un volume a parte, le vicende di Manon sono quelle che più mi hanno incuriosito e soddisfatto: c'è il worldbuilding che manca nel resto del romanzo, la società delle streghe, il loro conflitto con le Crochan e la  loro religione che spiegherebbe i vari clan. E Manon, magnifica dalla prima pagina fino all'ultima. Mi ha fatto pensare ad una versione molto più oscura e sanguinaria di How To Train Your Dragon.


Non è male, non è quello che mi aspettavo, ma ci sono troppi "ma" per dire mi sia piaciuto davvero, soprattutto perché mi sono fatta il sangue amaro al pensiero che questo è l'ultimo libro scritto dalla Maas prima che il suo rapporto con Susan Dennard si deteriorasse, probabilmente l'unica persona con cui si consultasse durante la scritturae da quello che avevo letto del quarto, la storia era decisamente peggiorata. Sigh.

E niente, qualcuno ha capito che fine hanno fatto Elena e il pomello parlante della cripta?

2 commenti:

  1. L'ho letto all'epoca in inglese e, non essendo una cima, mi sono persa alcune cose XD comunque mi era piaciuto, anche se mi ha fatto soffrire tanto, soprattutto per la sorte di Dorian, lo stesso Dorian che nei primi volumi non mi convinceva e che ho apprezzato tantissimo in questo. Poi vabbè, al pensiero che Chaol e Celaena si siano separati forse definitivamente (come coppia intendo) mi fa sentire ancora peggio. Manon mi è sembrata molto interessante, anche se le sue scene devo ammettere sono state le più complesse da leggere e quindi non sono riuscita a godermele del tutto. Su Rowan invece non mi sono fatta un'idea precisa. Il suo rapporto con Celaena mi è sembrato simile a quello che aveva con Chaol (con la sola differenza che Rowan è tremila volte più """cattivo""") e sinceramente non mi piace dove voglia andare a parare la Maas (dopo Sam, Dorian, Chaol anche Rowan? E il prossimo sarà Aedion? Per carità, ci stanno le scappatelle, ma innamorarsi di ogni personaggio maschile). Probabilmente è per questo che ho la serie in standby, seppur possiedo questo volume in italiano (devo assolutamente rileggerlo prima di dedicarmi al quarto) e gli altri in inglese.

    ps. Aedion è stato decisamente il migliore *_*

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    1. Manon mi faceva pensare ad un Dragon Trainer molto più sanguinario, a dirla tutta. Per il resto, il rapporto con Rowan in questo volume rimane platonico e avrebbe dovuto rimanere così ma ahimé, c'è stato il quarto volume a cambiare le cose. Non l'ho letto tutto ma ricordo il boato di delusione su tutti i social. Rowan di per sé non è male, è come è gestito il suo rapporto che non mi piace per niente. Diamine, quello che mi fa arrabbiare di più è che c'è tutto quel potenziale sprecato.

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