mercoledì 9 febbraio 2022

CINEMA | Ritratto della giovane in fiamme

 Dopo una vita, finalmente l'ho visto anch'io.

Nuovo titolo di questa rubrica? Possibile. 


1770. Marianne, pittrice di talento, viene ingaggiata per fare il ritratto di Héloise, una giovane donna che ha da poco lasciato il convento per sposare l’uomo a lei destinato. Héloise tenta di resistere al suo destino, rifiutando di posare. Su indicazione della madre, Mariane dovrà dipingerla di nascosto, fingendo di essere la sua dama di compagnia. Le due donne iniziano a frequentarsi e tra loro scatta un amore travolgente e inaspettato…

Devo fare una premessa per questo film: è francese.
Come tutti i film francesi, o si tratta di un capolavoro o qualcosa per cui ti chiedi come avere indietro il tuo tempo.
In questo caso, non si si tratta né dell'uno né dell'altro, piuttosto di qualcosa di inusuale. Senza molti giri di parole: non è il solito genere di narrazione. Le immagini e i momenti di riflessione sono parte integrante della storia.
Parte tutto da un mistero: una giovane pittrice viene ingaggiata per un ritratto, ma la ragazza da dipingere non si vuole far vedere, né accettare il suo matrimonio combinato.
Ad aggiungere legna al fuoco c'è il motivo dietro a questo matrimonio: in origine combinato per la sorella maggiore, questa si è suicidata lasciando il suo destino a Héloise.
Marianne comincia a dipingere, ma non ha idea quali situazioni la porterà il suo nuovo incarico.

Il ritmo è lento, quasi volesse prendersi il suo tempo e lasciare spazio allo spettatore per giungere alle sue conclusioni.
Sembra quasi di seguire la pensierosa Marianne, pennelata dopo pennelata, e veder delineare le domande e i dubbi che affollano Héloise mentre passeggiano in riva al mare. 
E il dubbio: come fare il primo passo? E se ho frainteso tutto?
Musa e pittrice vedono nascere un rapporto sempre più stretto, macchiato dal segreto di Marianne, che si vede sempre più vicina a questa ragazza incredibile, ma allo stesso tempo nasconde un tradimento fin dall'inizio.

Sullo sfondo la condizione femminile: cosa vuol dire essere figlia di nobili e avere un matrimonio combinato, a differenza di una pittrice che ha la possibilità di dire di no a questo destino.  
C'è sullo sfondo una solidarietà femminile molto dolce e leggera, forse complice anche l'isolamento in cui vivono momentaneamente che le taglia dal mondo esterno e dalla prigione del patriarcato.


Spoiler per chi non l'ha ancora visto:



Avevo una vaga idea del tema LGBTQ+ presente, ma sono talmente abituata ai vaghi accenni che quando Marianne ed Héloise vanno (finalmente) a letto insieme, sono rimasta sorpresa.
Sono scoppiata a ridere: sembra quasi la regista abbia voluto dire "vedete Marianne e Sophie? Questa è un'amicizia femminile molto dolce. Vedete Marianne ed Héloise? Decisamente non sono amiche. Chiara la differenza?"


Nel complesso, è una storia d'amore come tante. Nata sotto una sfortunata stella e destinata a terminare, per cui ogni attimo prima della fine è prezioso. Una sorta di Call me by your name, ma nel '700 francese. 
Ammettiamolo Marianne, semplicemente non hai avuto coraggio!

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