martedì 24 ottobre 2017

RECENSIONE | Il marchio di Atena

Terzo libro della serie e... riassume tutti i miei problemi finora.
Per certi versi, capisco perché le serie di Magnus e Apollo stiano avendo così tanto successo. Gli Eroi dell'Olimpo appartengono ad una sorta di periodo di sperimentazione di Riordan in cui cercava di sfruttare in un qualche modo il successo di Percy Jackson, allo stesso tempo provava a distaccarsene, non sempre con dei buoni risultati.

Questo libro è una sorta di ...macedonia, in cui sono presenti talmente tanti elementi da non rendere
riconoscibile una sola narrazione lineare. Il viaggio parte da New Rome e si conclude nei sotterranei di Roma, eventi si susseguono uno dopo l'altro, azione e nemici... lasciando poco spazio ai protagonisti che, incredibilmente, da motore della storia si riducono a macchiette. L'unica ad avere un po' di approfondimento come gli dei comandano è Annabeth, perché centrale nella narrazione. Sul serio, adoro questa ragazza


Volevo rimanere neutrale, ma qui devo fare uno SPOILER: Rick, non puoi lasciarmi Piper e Jason in sospeso in quel modo, della serie che neanche Afrodite è interessata alla loro vita romantica. Ma che è? Hai specificato che la loro relazione si basa sulla Foschia, come puoi non utilizzare una cosa del genere?
A fine lettura ho fatto un riassunto mentale di tutto quello che succede in questo volume e, anche se un approfondimento psicologico dei personaggi sarebbe stato gradito, non avrebbe giovato a questa paella di avvenimenti.

Graditissimo il rapporto tra Jason e Percy che entrano in sintonia nel momento in cui si incontrano, penso che andrò per la prima volta dopo anni in cerca di fanfiction, specificamente su questi due. Di quelle sceme ed esilaranti, che avete capito?

Ultimo problema: mi è capitato di leggere questo libro dopo un weekend a Roma e ho sentito tantissimo gli occhi del turista di Riordan, forse un pochino troppo.
Per carità, ci sta, apprezzo tantissimo che abbia voluto fare ricerche sul campo, quello che non ho digerito è che abbia insultato la pizza. Sul serio, sei arrivato fin qui, quanto ti costa un giro su Tripadvisor per il pranzo?

2 commenti:

  1. Personalmente non ho mai capito l'amore che circonda Riordan: ho letto quasi tutte le sue saghe (mi manca quella sull'Egitto, e mi mancherà per sempre), ma è proprio quello che leggo quando voglio tenere il cervello spento. Al punto che di tanto in tanto mi scordo la sua esistenza anche quando sto cercando letture per tenere il cervello spento XD

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    1. Sicuramente c'entrano il suo senso dell'umorismo e il modo in cui riesce a prendere i lettori, se li prende. In un certo senso, è una sorta di Harry Potter in salsa americana, o almeno così è stato descritto. Soltanto che la Rowling si trattiene su certi temi, Riordan invece no, elemento probabilmente fondamentale per il mercato americano.

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