mercoledì 18 gennaio 2017

RECENSIONE | I gatti di Nizamuddin + I'm back!

Salve gente, lo hiatus è finito!
Il più lungo nella storia dei miei hiatus, mi ha fatto riflettere molto sul tenere o meno questo blog. Starete pensando  "Oh no, anche lei?". Prima che arriviate alla conclusione sbagliata, vorrei dirvi che non c'è affatto alcun pericolo che sparisca durante uno hiatus, bene o male, torno sempre.
Perché tenere il blog, questa è la domanda che mi frullava in testa.

Devo confessare che come sono andata in hiatus ho sentito il bisogno di continuare a scrivere recensioni, cosa che ho fatto, continuando a dare per scontato che sarei tornata, anche se a volte ho pensato davvero che non l'avrei fatto o che sarei tornata anche solo per un breve periodo.
A cosa hanno portato tutte queste domande se non alla scoperta dell'acqua calda? Mi piace tenere questo blog, mi piacciono le persone con cui entro in contatto e le iniziative a cui si può partecipare.
Le Reading Chain le ho quasi introdotte nella blogosfera. Erano già presenti prima che io le organizzassi, ma dopo aver rotto le scatole a destra e a manca averle fatte conoscere ai più, dopo aver fatto vedere che cosa bellissima possano essere, finalmente i blog le organizzano. Anche un semplice "perché no?" per me vuol dire tanto.
Negli ultimi mesi tanti blog hanno deciso di chiudere, anche per l'ambiente che si è andato a creare. 
<3 p="">Dove voglio arrivare? Sono entrata nella blogosfera per le recensioni dei libri, voglio restare per quello che ho trovato. Le idee. La creatività. Voi splendide persone. Grazie per il vostro sostegno, vi voglio bene.
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<3 p="">Adesso però devo decidere a risolvere i problemi della grafica.



Titolo: I gatti di Nizamuddin  

<3 p="">Titolo originale: The Wildings
Autore: Nilanjana Roy
Casa editrice: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: 16,00 euro



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<3 p="">Tanti spoiler. Più o meno.
Non avevo idea di cosa aspettarmi da questo libro, di sicuro però non quello che continuavo a trovare. Passiamo da momenti di massima serietà, in cui la società dei gatti è ben presente e articolata, a momenti di puro lol, tanto che mentre leggevo pensavo che o sarebbe uscita una cosa fighissima o un obbrobrio pazzesco. 

Per farvi un'idea più precisa, un libro sullo stile di Star Wars, nel quale la comicità si affianca alla storia più o meno seria.

Erano secoli che non vedevo l'ora di usarle

Beraal: Sono venuta qui per uccidere
Mara: Che?
Beraal: Sono qui.. PALLA!
*Le gatte giocano con la palla*

Parliamone.
Mi è quasi venuta voglia di prendere un gatto, ma la convivenza con il cane sarebbe un po' complicata.

In questo libro i gatti sono gatti, hanno una società, dei clan, degli accordi, hanno dei mezzi di comunicazione, una sorta di radio felina incorporata e ogni tanto dei gatti un po' speciali che sono una sorta di radio felina molto più a lungo raggio.
La cosa non mi sorprende: non vi siete mai fatte domande vedendo un gatto fare le fusa?

Le Radio Feline A Lungo Raggio sono diventate rare, così quando una sbuca dal nulla, la prima reazione del clan di Nizamuddin è di ucciderla.
L'autrice non indora la pillola: per i gatti la morte è la morte, loro devono cacciare o essere cacciati e la nuova RFALR è una potenziale minaccia perché nelle mani di un altro clan può essere una pedina importante nella conquista del loro territorio.
Il plot twist per i felini arriva quando si accorgono che Mara, la gattina, non è l'Emittente di un altra colonia, ma una semplice gatta domestica, una cucciola che non ha mai visto gatti in vita sua che non fossero sua madre.
Così quando Beraal, la gatta incaricata di ucciderla, se la ritrova davanti, non la riconosce immediatamente, ma quasi non crede alla sua situazione. Il primo paragone che fa è con uno dei tanti cuccioli che ha perso, il che costituisce una premessa interessante: come reagisce una gatta che ha perso tutti i suoi cuccioli di fronte ad una micina che ha avuto contatti felini solo con sua madre (ora morta)?
La adotta.
E impone alla colonia di rispettare la sua decisione con un duello davvero spettacolare.

Esatto, non vedevo l'ora di usare anche questa.

Comincia così una sorta di parallelo tra la vita del gatto domestico e quello randagio, grazie ai particolari punti di vista di Mara e Mancino, il cucciolo più intraprendente e svezzacollo della colonia. Credetemi, se pensate di non poter shippare due gatti prima ancora che si incontrino, non avete letto questo libro.
Tornando seri per un attimo, il paragone è interessante: sia Mara che Mancino sono orfani ma sono stati adottati in ambienti completamente opposti.
Questo porta in un certo senso a una chiusura di lei nei confronti del mondo, tanto che ha paura di uscire di casa, ma non si fa problemi a dire ciao telepaticamente alle tigri, mentre Mancino riceve sberle da quasi tutti i gatti più anziani della colonia perché ne combina una dopo l'altra mentre esplora il mondo.

Vengono nominati elementi importanti della vita dei gatti, come la caccia o le Tregue nei Santuari perché sono i posti in cui gli umani danno loro da mangiare.
Se per Mancino tutto questo è qualcosa di innato, per Mara invece no.
Qui si riprende un concetto visto prima, ossia la vita e la morte per i gatti.  Se dovessi descrivervelo vi direi che assomiglia ad una sorta di Cerchio della Vita, ma senza la componente disneyana: i gatti vivono e muoiono, cacciano o sono cacciati, ma lo fanno in modo tale da farti vedere che sono un ingranaggio in un meccanismo molto più grande, in cui non contano solo loro, ma esistono serpenti, nibbi, cani, corvi, topolini, scoiattoli e chi più ne ha più ne metta.
Umani più o meno esclusi e per questo i gatti provano verso di noi una certa compassione.

Questa è la parte molto lol, poi arriva la batosta.
Uno dei motivi che portano gli altri gatti ad accettare bruscamente Mara e a considerarla come la loro Emittente è che gatti così si presentano quando ce n'è bisogno per la colonia.
Un Emittente è qualcosa di sacro e allo stesso tempo una sorta di emarginato. Per farvi un esempio, è abbastanza comune da non cadere nello stereotipo del "Chosen One", ma allo stesso tempo è come se tu sapessi che quel gatto diventerà un Albus Silente/Minerva McGranitt quando è ancora molto piccolo.

I regret nothing

Qui nascono i problemi, perché i gatti si sono abituati oramai a vivere senza un'Emittente e solo una manciata di vecchi saggi si ricordano dell'ultima, tutti gli altri sanno della loro esistenza per sentito dire e non reagiscono molto bene al cambiamento.
Certo, questo gatto ha un suo compito e una sorta di sacralità, ma generazioni sono nate e morte senza, cosa cambia ora per me (gatto)?
Niente spoiler, ma devo dire che i migliori combattimenti che io abbia mai letto sono tra gatti o tra corvi e nibbi.

E non vi ho fatto un vero spoiler di tutto il casino che segue, l'atmosfera tetra e soffocante della seconda parte del libro, il senso di terrore, la sensazione che niente andrà bene e se lo farà il prezzo da pagare sarà troppo alto.

Davvero, davvero bello.

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<3 p="">Giudizio


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<3 p="">Rating
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2 commenti:

  1. Bentornata!
    Questo libro mi lascia sensazioni contrastanti: da un lato sembra epico è molto, molto originale. Dall'altro i libri con gli animali sono il mio punto debole e finisco sempre per starci malissimo D:

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché dovresti starci malissimo? O_O
      Questo qui è la comicità unita all'epicità, ti lascia con una lacrimuccia ma anche con un facepalm. E puoi prenderlo benissimo come stand alone.
      *vocina di Dart Fener* Passa al lato oscuroooo....

      Elimina

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