Sono sparita momentaneamente (vecchi e nuovi problemi di salute, finiranno mai?). Questo ha fatto sì che le rubriche saltassero in aria, di nuovo.
Fortunatamente ho sempre qualche bozza che aspetta di essere spolverata e pubblicata, ma un po' di frustazione è inevitabile: come fare a far quadrare tutto?
Questa è un po' la domanda della vita, al di là del blog in generale. Non posso che far epratica nel frattempo.
Ne hanno parlato bene tutti, dal cugino alla parrucchiera, dal tiktoker all'instagrammer. Come ho fatto a leggerlo mentre l'hype è ancora così alto?
è successo molto per caso: ad un certo punto è stato paragonato a un altro libro e lì mi sono incuriosita da matti, senza fermarmi a pensare che se c'è il paragone con uno dei tuoi libri preferiti allora le opzioni possono essere solo due:
1) è una figata pazzesca
2) è una ciofeca
Qui si è trovata una terza opzione.
Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota, Marsyas, e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto. Un'incantevole storia d'amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.