martedì 28 aprile 2015

RECENSIONE | Acciaio

Titolo: Acciaio

Autore: Silvia Avallone
Casa editrice: Rizzoli Vintage
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 13 euro

Trama:
Di qua dal mare c'è via Stalingrado, una muraglia di case popolari modello Unione Sovietica, che l'amministrazione comunale comunista ha assegnato agli operai siderurgici che lavorano alla Lucchini. Di là dal mare invece c'è l'isola d'Elba, Ilva, un paradiso sognato e irraggiungibile popolato da ricche signore lombarde in vacanza. In mezzo, proprio in riva al mare, ci sono Anna e Francesca. Lascive, la bionda e la mora di "tredici anni quasi quattordici", vivono la loro ultima estate di innocenza prima del liceo. A giudicare da come giocano tra le onde, da come si muovono davanti allo specchio imitando le soubrette della TV… a giudicare solo dall'aspetto, come fanno in molti, si direbbero capaci di arrivare molto lontane, quelle due ragazzine. Ma in una periferia operaia come quella di Piombino, schiacciata sotto la coltre di fumo dell'altoforno, non si può prevedere il futuro di una persona in base all'aspetto o alle ambizioni. Per conoscere la storia di Anna e Francesca non basta guardare le loro forme giovani e perfette e il loro sguardo arrogante, bisogna conoscere la storia delle loro famiglie, dei fratelli, fidanzati, amici e poi naturalmente della Lucchini.
Ad esempio Sandra e Arturo, i genitori di Anna: lei è una femminista e un'attivista di Rifondazione e nonostante la stanchezza e il tedio di tutto il quartiere continua con la distribuzione del giornale. Lui naturalmente lavora all'acciaieria, ma ancora per poco, perché in realtà Arturo è un uomo fantasioso, un artista che vorrebbe spendere il suo tempo altrove, fare la bella vita, lanciarsi nel business, sparire, poi tornare e magari sparire di nuovo…
I genitori di Francesca invece, purtroppo, non vanno più da nessuna parte. Sua madre, casalinga di origini calabresi, passa il tempo a soddisfare le assurde richieste di un marito insoddisfatto e violento. Lei, Rosa, dimostra venti anni in più della sua età e piange in silenzio tutte le sere, sia quando i colpi sono per lei, sia quando il rumore delle botte arriva dalla stanza di Francesca.
Vista da dentro, dopo aver ascoltato le urla che attraversano le porte, dopo aver guardato da vicino gli angoli dei cortili e sentito gli odori delle strade, via Stalingrado non è solo il quartiere degli operai. È anche un posto in cui il futuro dura un attimo, giusto il tempo perché un nuovo colpo inatteso ti venga sferrato contro.
Alessio, Cristiano, Mattia, Anna, Francesca, Lisa e le altre ragazze, tutti i protagonisti di questa storia sono immobili e distanti, sopraffatti dalla violenza del ciclo continuo della produzione, eppure capaci di amarsi intensamente. Sono ragazzi capaci di tutto e di niente: di fuggire di notte per fare l'amore dietro una barca e di rimanere indifferenti quando la più grande struttura in acciaio al mondo, le torri gemelle, si sgretolano sotto i loro occhi in diretta televisiva. Una storia crudele e tenera in cui tutto è assurdamente vero. È vero che a quindici anni puoi lasciare la scuola per andare a fare la vita, che la polizia può entrare in casa tua e buttare per aria tutto perché cerca una prova di colpevolezza, è assurdamente vero che di lavoro si vive ma si muore anche, che il salario a volte non basta neanche per la cocaina, che un padre può darti la vita e può anche togliertela, che un bacio è sempre un bacio, anche se chi te lo dà è la tua migliore amica.
Un romanzo d'esordio che parla di un'adolescenza mai vissuta, vinta, arresa, fusa come l'acciaio a 1538 gradi. Che parla dell'età dell'entropia e del caos, quando i legami, anche quelli più forti, si spezzano e nell'aria, a ricoprire l'Elba, resta solo una densa nube rossastra.


Recensione:
 Avete presente la febbre del libro? Quella che ti viene ogni volta che apri un libro quella che ti viene ogni volta che hai in mano un buon libro? 
Lo stile della scrittrice, scorrevole e accattivante, ti conquista e ti fa divorare la prima parte del libro, l'ultima procede con un ritmo più lento, c'è un focus sui personaggi secondari e le protagoniste, Anna e Francesca, vengono quasi perse di vista dal lettore.
Insomma, fiamme e fuoco nellapprima parte, grandi aspettative, poi... un nulla di fatto e un colpo di scena tragico, improvviso e mal gestito. 
Per quanto riguarda lo stile dell'autrice, so che alcuni lo hanno criticato, ma non mi ha dato molti problemi. Il libro si faceva leggere senza problemi, come ho già detto, solo che la storia ad un certo punto diventa molto complicata perché va a toccare argomenti delicati. Sembra che l'autrice si sia trovata una patata bollente in mano e, non sapendo come uscirne, abbia fatto la cosa più semplice: l'abbia buttata via. Non mi spiego altrimenti, un'idea fantastica completamente rovinata. Quelle che potevano essere almeno altre 150 pagine di storia sono diventate sì e no 50. Qual é il problema? c''erano le pagine contate? Non sapevi come uscirne? Non so se mi sento di consigliare questo romanzo, di certo è interessante, è italiano e parla di un argomento spinoso, la classe operaia, raccontando alcuni degli aspetti che siamo abituati a sentir parlare durante gli scioperi o al telegiornale.
Per lavorare l'acciaio servono alti temperature, eppure la storia risulta un po' tiepidina.
Insomma, una noia.

Pro: Ha delle buone basi.
Contro: Ci deve lavorare su, deve saper OSARE.

7 commenti:

  1. Ciao! :) A me questo libro era piaciuto molto...L'ho letto molti anni fa, ma ne conservo un bel ricordo. Per essere una "opera prima" è un buon libro...Non ricordo di aver notato differenze tra prima e seconda parte, ma ripeto, sono passati anni e moltissimi libri in mezzo...

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    1. Ciao Antonella, effettivamente hai ragione, è un buon romanzo d'esordio, ma secondo me non ha rispettato le promesse. Peccato, mi stava piacendo moltissimo.

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    2. Io ero tentata di leggere anche il secondo romanzo della Avallone, ma me lo hanno sconsigliato...non so che fare!...Non ho tempo per libri mediocri...Forse è meglio se conservo il ricordo di "Acciaio" e leggo altro...

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  2. Io l'ho amato! :) Ad Antonella dico che Marina Bellezza è una delusione e che puo' benissimo non leggerlo senza sensi di colpa :D

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    1. Grazie per il consiglio! Credo lo seguirò... ;)

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    2. Si, la storia è bellissima e molto cruda, ma il finale non l'ho proprio digerito, peccato >_<

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  3. Avevo scaricato l'ebook una volta che era gratuito ma poi non l'ho più letto :(

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